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Jacob, Max.

Scrittore e pittore francese di origine ebrea. Nato in Bretagna, si trasferì a Parigi dove, occupato in diversi lavori, intorno al 1905 strinse amicizia con Apollinaire e Picasso, animando con loro le serate di Montmartre e del Quartiere Latino. Artista poliedrico e decisamente originale, rivelò per la prima volta la sua vena letteraria, orientata al fantastico e all'irreale anche con toni burleschi, in Saint Matorel (1911), romanzo a sfondo autobiografico, in cui raccontò la storia di un impiegato diviso fra le esigenze quotidiane di sopravvivenza e il suo segreto mondo di aspirazioni e pensieri, seguito dalla raccolta di poesie La côte (1911). La lenta maturazione della conversione religiosa, che lo portò ad aderire al Cristianesimo nel 1914, ispirò la parte migliore della sua produzione: Le cornet à dés (Bossolo per dadi, 1917) e La défense de Tartuffe (Difesa di Tartufo, 1919). Durante il periodo surrealista l'elemento irrazionale e fantastico della sua ispirazione si accentuò sia in letteratura sia in pittura, dove per certi versi fu vicino all'Impressionismo per altri allo stile naïf. Allo scoppio della seconda guerra mondiale fu internato nel lager di Drancy, dove fu ucciso. Dell'ultimo periodo della sua vita sono le opere più belle: Ballades (1931), Derniers poèmes en vers et en prose (postumo, 1945) e Méditations religieuses (postumo 1947) (Quimper 1876 - Drancy 1944).